Benestare

Le poche fonti storiche pervenute confermano che già qualche anno prima, nel 1559, Benestare era un casale della vicina Bovalino

In breve

Ciminà è una perla dell’entroterra jonico-reggino, incastonato tra le alture del Parco Nazionale dell’Aspromonte. Il nome Ciminà deriva dal greco κύμινα (Kymina), che significa luogo dove abbonda il cumino. Negli anni il borgo si è spopolato, fino a raggiungere il numero di 531 abitanti, il cui nome è ciminesi. Il territorio è ricco di pascoli verdeggianti, di campi adatti alla coltivazione del frumento e di boschi ricchi di legname.

Storia

I primi insediamenti di cui abbiamo notizie certe risalgono al 1600, quando un gruppo di agricoltori si insediò per coltivare le terre circostanti. Le poche fonti storiche pervenute confermano che già qualche anno prima, nel 1559, Benestare era un casale della vicina Bovalino. Anche Benestare, nonostante nel tempo si fosse affermato come centro di una buona attività produttiva, fu colpito dal sisma del 1783, che causò danni pari a 30 mila ducati, secondo le stime dell’epoca. Con i Borboni, Benestare passò alla giurisdizione di Ardore, per poi essere riconosciuto comune nel 1811. Il popolo di Benestare, nel corso della storia, si è distinto per la ferma volontà di rivendicare i propri diritti e le proprie idee. Nel 1906 i benestaresi scesero in piazza a protestare contro l’amministrazione dei Guidace e lo scontro causò un morto e vari feriti. Nel 1934, poi, nel pieno della dittatura, il popolo diede fuoco al gagliardetto del partito fascista proprio nella sua sede.

Come Arrivare

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Cosa Vedere

Luoghi da visitare

CHIESA MATRICE

Situata in pieno centro storico, nella piazza Matrice, La Chiesa è stata costruita in epoca incerta. Sebbene sia intitolata a Maria della Misericordia, è nota tra i fedeli come Chiesa del Rosario. Lo stile è classico e l’intera chiesa presenta decorazioni ben conservate. Nel 1817 alla chiesa furono aggiunte altre due navate per volere dell’arciprete De Romeis, che si occupò anche del restauro della parte preesistente. All’interno della chiesa si possono osservare un altare di marmi pregiati e cinque tele che raffigurano il Battesimo di Nostro Signore, le Anime del Purgatorio, la Madonna del Carmine, San Giuseppe col Bambino e il Cenacolo. Pur non essendo firmate, le tele sono di ottima fattura e chiaramente provengono dalla scuola napoletana. La navata di sinistra raffigura un nutrito gruppo di santi: san Rocco, san Paolo, san Giovanni apostolo, san Francesco da Paola, santa Rita, santa Lucia, sant'Anna, il Sacro Cuore di Gesù, la Madonna della Misericordia e san Michele Arcangelo. La navata centrale ospita l'altare maggiore, ai cui lati vi sono raffigurati, a grandezza naturale, gli evangelisti Giovanni, Marco, Matteo e Luca. In fondo alla navata di destra è conservata l’effige della madonna del Rosario, riposta in una struttura di gesso con una cupola. Anche il resto della chiesa, pilastri compresi, è realizzato in gesso.

CHIESA DI S. GIUSEPPE

La Chiesa di San Giuseppe è considerato l’edificio più antico di Benestare che è giunto intatto all’epoca contemporanea. L’edificio è diviso in due navate: in fondo a quella centrale, più grande, si trova l’altare con una statua lignea di San Giuseppe; la navata più piccola, invece, accoglie la statua di Sant’Antonio di Padova. Il famoso terremoto del 1783 danneggiò gravemente la chiesa, ristrutturata dal Duca di Bovalino. L'edificio subì ulteriori danni nel 1908, durante l’altro grande sisma che distrusse Reggio e Messina. Oggi nella Chiesa ha sede la Confraternita di S. Giuseppe e S. Antonio.

MONTE VARRARO

Il Monte Varraro è uno straordinario punto panoramico che offre agli avventurieri una veduta mozzafiato delle valli circostanti. L'Altopiano di Varraro appartiene a quattro comuni, ognuno dei quali ha un proprio rifugio: il rifugio Canolo nel comune di Ardore, il rifugio Varraro nel comune di Platì, il rifugio Gurna Tunda nel comune di Careri e il rifugio Amusa nel comune di Benestare. Come si evince da alcune fonti, nel XVI secolo, gli abitanti di Bovalino superiore e dei paesi vicini si rifugiarono a piccoli gruppi nelle impervie selve del monte per sfuggire al rapimento e alla morte a causa dell'invasione dei territori da parte pirati turchi e saraceni. Alcune famiglie seguirono un carismatico monaco di nome Teodoro, dedicò la sua vita alla contemplazione ascetica ritirandosi in un monastero abbandonato in un luogo impervio e impervio sulla cima del monte Varraro. La montagna è, in realtà , una collina alta solo pochi metri, ma interamente ricoperta di querce che nascondono il vecchio monastero.

CENTRO STORICO

Benestare ha una particolarità che la contraddistingue tra i tanti paesi della Locride: tutto il suo centro storico, infatti, è costruito in gesso, materiale presente in abbondanza sul territorio, usato soprattutto per la praticità: avendo la capacità di asciugare in modo rapidissimo, con il gesso era possibile costruire un intero edificio in una sola giornata. Questo materiale, poi, conferisce al centro storico il caratteristico colore bianco luminoso, che rende le case fresche d’estate e calde in inverno. Per questo motivo, Benestare è anche noto come il “Paese di Gesso”.

Dove Mangiare e Dormire

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Ristorante - Pizzeria
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MONTE VARRARO

In questo luogo è possibile percorrere un itinerario naturalistico all’ombra di querce secolari che sono state testimoni dello scorrere inesorabile del tempo. Partendo dal rifugio “Canolo” di San Nicola si percorre la mulattiera per poi deviare a sinistra fino ad arrivare al rifugio varraro di Benestare. Raggiunto il crocevia dell’acqua "du Scifo Lauro" si prosegue in salita e si arriva al "Muro di Porta Farza"; si gira a destra e si prende la vecchia strada della "vallata della Castagnara"; si scende fino al torrente e si segue il sentiero fino a raggiungere la “presa d’acqua”. Dopo poco, il panorama si apre sulla vallata tra Cirella e Ciminà, sovrastata dal Monte Tre Pizzi. Dopo una breve salita si arriva ai piani del Varraro di Donna Rosa, da cui si ha una visione completa dei principali rilievi della zona: il Montalto, Pietra Cappa (il monolite più grande d’Europa) e una piccola parte del vecchio Paese di Careri. Proseguendo ci si imbatte nel “Puntone du previtegliu”, luogo in cui si conservano i resti del monastero di san Teodoro. Continuando si arriva al rifugio Gurna Tunda di Careri e dopo pochi minuti in discesa si raggiunge il rifugio Amusa di Benestare. Da qui si riprende la strada asfaltata, dalla quale si potranno ammirare le case in gesso che hanno reso famoso il Paese di Benestare, fino a raggiungere l’incrocio di Barvi. Girando a destra si tornerà al punto di partenza.

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