Caraffa del Bianco

L'origine del nome risale al XVI secolo, quando Fabrizio Carafa diede il suo cognome per fondare un nuovo paese in un piccolo terreno posto su un colle alle pendici dell'Aspromonte. La denominazione attuale venne imposta nel 1864 dalle autorità del tempo per distinguerla da Caraffa di Catanzaro.

In breve

Caraffa del Bianco è un grazioso comune in provincia di Reggio Calabria situato alle pendici dell'Aspromonte a 355 metri dal livello del mare. Il paese è caratterizzato da lunghe distese verdi, circondato da querce, castagni, ciliegi e meravigliosi ulivi secolari. Caraffa vanta il possesso, all'interno del proprio territorio, di acque sorgive e di paesaggi incantevoli.

Storia

L’origine di Caraffa del Bianco risale alla fine del XVI secolo, quando sorse una diatriba tra il Duca Tranfo di Sant’Agata e la famiglia Sotira. La causa della lite fu la costruzione, per volontà del Duca, di un arco proprio sopra l’abitazione della famiglia Sotira. I componenti di questa famiglia, però, non accettarono tale sottomissione e decisero, insieme ad altre famiglie, di chiedere aiuto al marchese di Castelvetere, Fabrizio Carafa, allora principe di Roccella. Costui accettò la richiesta delle famiglie e diede loro un terreno per poter costruire e fondare il nuovo paese che avrebbe preso il proprio nome: “Carafa”. Il principe acquistò per i cittadini una importante fontana conosciuta come “Fontana Boccalupi” o “Sette fontane” per renderli liberi anche nell’uso dell’acqua. Si narra che i componenti delle prime famiglie del paese, tra cui Ottavio Sotira, iniziarono a costruire abitacoli nei pressi di una zona del paese definita “Pizzo” ma cadde un fulmine ed essendo esso interpretato come simbolo di presagio portò gli abitanti a lasciare l’opera incompiuta e a spostarsi verso la zona che ancora oggi prende il nome di “Chiesa vecchia”. Da questo punto, man mano, iniziò a crearsi il piccolo borgo che rimase legato ai Carafa fino al 1806.

Come Arrivare

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Cosa Vedere

Luoghi da visitare

CHIESA mATRICE S.MARIA DEGLI ANGELI

La Chiesa Matrice di Santa Maria degli Angeli risale al XVII secolo e conserva ancora la sua struttura originaria. Sorge nell'antico nucleo del borgo di Caraffa nella zona denominata "Pizzo" , nella piazza Umberto I, con l'imponente facciata in pietra che si staglia verso l'alto e sulla quale si sviluppano quattro lesene sormontate da un cornicione che fa da basamento al timpano triangolare che corona l'intera facciata. La gradinata centrale in lastre di pietra guida verso il grande portone ligneo d'ingresso, sormontato da un rosone a forma di croce greca dagli angoli arrotondati. Sul lato sinistro della facciata si trovano due piccole campane bronzee, una delle quali risalente al 1631. Superato il portone ci si trova nella grande navata in stile tardo gotico, sormontata dal tetto in capriate di legno, le cui pareti presentano pregevoli cornicioni e decorazioni in gesso che si snodano su pilastri ed archi attraversando tutta la chiesa.

CHIESA SAN GIUSEPPE

La chiesa di San Giuseppe si trova in piazza Nazario Sauro. La prima struttura, risalente al periodo fascista, era interamente realizzata in lamiera. Intorno al 1950 è stata ricostruita in mattoni pieni, realizzando la caratteristica facciata bianca con portone in legno, mentre lateralmente sono presenti due finestre. Una gradinata in pietra garantisce l'accesso all'interno della chiesa, composta di un'unica navata. Questa chiesa custodisce diverse statue che a turno vengono poste sull'altare.

SANTUARIO MADONNA DELLE GRAZIE

Il santuario si trova ai piedi del centro abitato. La prima costruzione, risalente al 1621, fu distrutta da un incendio nel 1994. Rimase illesa soltanto la statua secentesca in marmo raffigurante la Madonna delle Grazie, sulla quale si tramanda la leggenda che sia stata trovata vicino ad una grossa pietra che aveva impresse le impronte della Madonna, di Gesù Bambino e del Diavolo. Nessuno si è mai spiegato come la statua sia arrivata fino al Santuario, dal momento che quel luogo non era collegato da nessuna strada. Dopo l’incendio è stata riedificata, più grande e spaziosa, con un’ampia piazza costruita interamente in pietra circondata da aiuole ricche di bellissimi fiori che la rendono unica. La bellezza di questa chiesa sta principalmente nella sua semplicità, che la rende inconfondibile, meta continua di pellegrini.

PALAZZO BARLETTA

Palazzo Barletta, dichiarato di particolare interesse storico artistico dal Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, fu costruito nel 1559 e prende il nome del proprietario amministratore dei beni dei Carafa di Roccella. Palazzo Barletta è un edificio dal carattere gentilizio, che fu dimora estiva anche degli stessi Principi Carafa e in tempi recenti fu abitato da Don Massimo Alvaro e dalla madre con frequenti visite dello scrittore Corrado Alvaro, che cita il palazzo in toni di ammirazione in "Ultimo diario". Il palazzo è costruito interamente con pietra a vista mentre i portali d'ingresso sono in pietra lavorata, di chiara impostazione tardo-rinascimentale. Fanno da ornamento al palazzo una splendida loggia con arco a tutto sesto e le ringhiere in ferro battuto, alcune più lineari, altre con forma bombata e variamente lavorate. L'interno è ricco di ambienti, destinati alle varie attività della vita del palazzo; al piano terra, tra i magazzini e la stalla, spicca la piccola cappella di famiglia, decorata con stucchi policromi. Al primo piano, a cui si accede attraverso una scalinata in pietra, si trovano dei grandi ambienti, tra cui la "camera verde" dove si riunivano i "Cinque Martiri di Gerace".

PALAZZO VERDUCI

II Palazzo Verduci risale al XVII secolo e si presenta in buono stato di conservazione, notevole interesse, riveste il portale d'ingresso con la scalinata in pietra, caratteristica anche la loggia con le arcate, ed il balcone principale con la ringhiera in ferro battuto. Oltre che per i suoi segni architettonici di rilevanza storica e culturale, questo palazzo riveste un ruolo importante per la famiglia che lo abitò e da cui prende il nome: "Palazzo Verduci". Qui, infatti, è nato e cresciuto Rocco Verduci, uno dei "Cinque Martiri di Gerace”.

PALAZZO DEL PODESTA'

In via Mezzatesta si trova il palazzo del Podestà Don Giulio Mezzatesta e affiancato ad esso troviamo anche la piccola cappella dedicata alla Madonna del Carmine di proprietà della famiglia Mezzatesta, ad oggi sconsacrata.

MUNICIPIO

Il palazzo Municipale di Caraffa del Bianco è stato edificato negli anni ‘30 e, pertanto, aveva le caratteristiche tipiche degli edifici destinati a sede di Amministrazione del periodo fascista. Originariamente era costituito da due piani fuori terra. L'edificio aveva una buona valenza architettonica ed una superficie complessiva di circa 400 mq, giustificata dal fatto che Caraffa del Bianco, nel periodo fascista, era divenuto, col nome di Samo di Calabria, capoluogo dei centri vicini (Samo, Sant'Agata del Bianco e Casignana). Nel 1963 l'edificio subì un primo intervento di ristrutturazione con il quale si realizzò anche un intervento di sopraelevazione dello stesso. Tale intervento, in un'ottica di modernizzazione, annullava, però, le caratteristiche architettoniche dei periodi di realizzazione dell'opera, eliminando fregi e gronde ed ogni altro elemento architettonico della facciata. Nel 2000 l'edificio ha subito un ultimo intervento con il quale si è cercato, nei limiti del possibile, di ridare alla struttura le caratteristiche che originariamente le erano proprie. Contemporaneamente si è provveduto anche al rifacimento della Villa Comunale la quale, a cavallo tra gli anni '70 e ‘80, aveva subito degli interventi che l'avevano radicalmente modificata.

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PERCORSO NATURALISTICO "I VIALI"

Questo percorso pedonale, di particolare interesse naturalistico, si snoda per circa 3Km, parte dal centro storico del Comune di Caraffa del Bianco e collega i terreni agricoli posti ai piedi della collina su cui sorge il paese. Fin dal 1600, quando ebbe origine il piccolo borgo, fu considerata l'arteria principale dall'intera popolazione, perché permetteva il collegamento con i poderi. Infatti si raggiungevano i pascoli per le mandrie, e si arrivava fino al Santuario della Madonna delle Grazie e alle "Sette Fontane" o "Fontana Boccalupi" dove le massaie fino agli anni '50 si recavano a lavare i panni e a prendere l'acqua. Le caratteristiche fondamentali del percorso, si identificano nel ciottolato originario costituito da basale di pietra locale, negli affacci panoramici sulla pianura sottostante che arriva fino al mare, regalando allo sguardo la bellezza dei campi coltivati a grano, ad ulivi e vigneti, interrotti dal passaggio della fiumara "La Verde", nelle sorgenti e nelle vecchie costruzioni rurali dimora dei contadini.

PERCORSO BELVEDERE PIZZO

Dalla Chiesa Matrice percorrendo Rione Torre (via Pizzo) si giunge in uno dei tanti belvedere presenti nel territorio che prende il nome di "Pizzo", più comunemente chiamato dai caraffesi " U Pizzu". Si dice sia la zona più antica del paese in quanto proprio lì furono edificate le prime case.

PERCORSO BELVEDERE CHIESA VECCHIA

Dal Palazzo Verduci si prosegue fino ad arrivare al Belvedere Chiesa Vecchia, da qui si torna indietro percorrendo sempre le stesse vie fino ad arrivare in Via Margherita e in Via Nazauro Sauro dove è possibile visitare la Chiesa San Giuseppe.

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