Paese prova

L'origine toponomastica del paese si fa risalire al greco kyminà, κύμινα, ossia luogo dove cresce in abbondanza il cumino

In breve

Ciminà è una perla dell’entroterra jonico-reggino, incastonato tra le alture del Parco Nazionale dell’Aspromonte. Il nome Ciminà deriva dal greco κύμινα (Kymina), che significa luogo dove abbonda il cumino. Negli anni il borgo si è spopolato, fino a raggiungere il numero di 531 abitanti, il cui nome è ciminesi. Il territorio è ricco di pascoli verdeggianti, di campi adatti alla coltivazione del frumento e di boschi ricchi di legname.

Storia

Non abbiamo notizie certe sull’origine del centro abitato di Ciminà. Le fonti storiche a nostra disposizione fanno risalire la sua fondazione al 1453. Si dice che un gruppo di cristiani greci e albanesi siano stati cacciati dai turchi di Costantinopoli e abbiano trovato riparo nel territorio impervio dell’Aspromonte, proprio nei pressi del Monte Tre Pizzi, che nel tempo è diventato il segno distintivo del paese. Solo a partire dal XVII secolo, però, i contadini che coltivavano la zona decisero di formare una vera e propria comunità, costruendo la chiesa di San Nicola di Bari, recentemente ristrutturata, nella piazza principale del paese.

Per tutto il periodo feudale Ciminà rimase un casale di Condojanni sotto la dinastia della famiglia Carafa, fino al 1806, quando furono sconfitti i Borboni e abolita la feudalità e nel 1811 Ciminà diventò un comune a tutti gli effetti.

Negli anni ’90, dopo un lungo commissariamento, Ciminà si mostrò pronto a cambiare. Con un vasto consenso fu eletto il sindaco Giuseppe Fudoli che, con la collaborazione dell’amministrazione e dei cittadini riuscì a dare un nuovo volto al paese.

Oggi Ciminà è visitata settimanalmente da turisti, attratti dalle bellezze paesaggistiche, dalla tradizione gastronomica e dalla calorosa accoglienza dei ciminesi.

Cosa Vedere

Luoghi da visitare

CHIESA DI S. NICOLA DI BARI

Non si conosce con esattezza l’anno di costruzione di quella che oggi è la chiesa matrice di Ciminà. È stata demolita nel 1929 a causa dei gravi danni in seguito al sisma del 1908, poi ricostruita a spese dello Stato e benedetta dal vescovo Chiappe a settembre del 1931. Anticamente la chiesa presentava 4 altari: quello dedicato a M. SS. del Monte Carmelo, quello del Purgatorio, quello del SS Sacramento e quello del Rosario. La chiesa è stata ristrutturata e oggi presenta 4 navate e decorazioni in mosaici e marmi, nonché un dipinto sulla volta dell’altare. Custodisce la statua ottocentesca della Madonna Immacolata ad opera di un artista eccentrico e poliedrico di Grotteria, Giuseppe Cavalieri, che era stato allievo a Napoli del Mancinelli, del Bonolis e del Marsigli.

CHIESA DELL'ADDOLORATA E DEL SACRO CUORE DI GESU'

Eretta nel 1835 e aperta al culto nel 1836, questa chiesa è stata voluta dalla confraternita omonima. L’interno comprende un’unica navata con tre altari, uno al centro e due laterali. Al suo interno è custodita la statua in legno della Madonna Addolorata, ad opera del rinomato scultore Raphael Regio. Nel 1926 la statua è stata incoronata solennemente e il commissario prefettizio le consegnò le chiavi della cittadina. Ancora oggi, nei momenti bui e difficili viene invocato il nome dell’Addolorata. In questa chiesa si trova anche la statua di Cristo morto, che viene portata in processione il venerdì santo.

CHIESA DEI SANTI PIETRO E PAOLO

Situata sul Monte Tre Pizzi, della struttura originale oggi rimane un rudere. si conserva anche il romitorio di un monaco bizantino, che ha trascorso lì la sua vita da eremita.

MONTE TRE PIZZI

Il Monte Tre Pizzi, conosciuto anche come Monte San Pietro, è un monolite di roccia granitica dalla peculiare forma a tre dita, che si trova nel cuore del Parco Nazionale dell’Aspromonte. Alto circa 710 metri, alle sue pendici si trova il borgo di Ciminà, che ha fatto del Tre Pizzi un vero simbolo identitario. Il percorso che porta sul monte è prevalentemente costituito da macchia mediterranea, con piante di Erica, Leccio e Lentisco. Arrivati in cima si aprirà un panorama mozzafiato sulla splendida Costa dei Gelsomini, da Capo Spartivento a Punta Stilo e sulla Valle delle Grandi Pietre, Pietra Cappa (Monolite più grande d’Europa) e Montalto. All’itinerario sul Tre Pizzi si può aggiungere anche uno più complesso che comprende le Cascate delle Caccamelle.

Dove Mangiare e Dormire

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TRE PIZZI

Imboccata la strada principale che, dopo pochi passi a nord dell'abitato di Ciminà, entra nei Piani di Moleti, si giunge ad uno spiazzo dove si può parcheggiare l'auto. Il percorso si sviluppa prevalentemente in piano anche se non mancano tratti in cui si alternano salite e discese. Giunti in cima ai Tre Pizzi, il sentiero è largo e la veduta comprende il territorio che va da Capo Bruzzano a Monte Mari.

CACCAMELLE

Da Piazza dell'Addolorata di Cimina', si prende la strada in salita in direzione Zomaro. A pochi chilometri sulla sinistra troviamo i cartelli che indicano il percorso, che collocano le cascate Il percorso è un'affascinante salita e discesa tra sottobosco e punti più aperti. Il terreno è sassoso e bisogna stare attenti a non scivolare. La segnaletica è presente ed abbastanza evidente.

Service 3

Sentiero che l’associazione Gente in Aspromonte ha proposto in anteprima in occasione dell’evento “In Cammino nel Parco” organizzato dall’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte. Lungo il percorso che si sviluppa tra le frescure delle faggete e delle pinete di Piano Moleti, vi sono otto sorgenti di acqua purissima dalle ottime proprietà organolettiche.

Cosa Vedere

Luoghi da visitare

CHIESA DI S. NICOLA DI BARI

Non si conosce con esattezza l’anno di costruzione di quella che oggi è la chiesa matrice di Ciminà. È stata demolita nel 1929 a causa dei gravi danni in seguito al sisma del 1908, poi ricostruita a spese dello Stato e benedetta dal vescovo Chiappe a settembre del 1931. Anticamente la chiesa presentava 4 altari: quello dedicato a M. SS. del Monte Carmelo, quello del Purgatorio, quello del SS Sacramento e quello del Rosario. La chiesa è stata ristrutturata e oggi presenta 4 navate e decorazioni in mosaici e marmi, nonché un dipinto sulla volta dell’altare. Custodisce la statua ottocentesca della Madonna Immacolata ad opera di un artista eccentrico e poliedrico di Grotteria, Giuseppe Cavalieri, che era stato allievo a Napoli del Mancinelli, del Bonolis e del Marsigli.

CHIESA DELL'ADDOLORATA E DEL SACRO CUORE DI GESU'

Eretta nel 1835 e aperta al culto nel 1836, questa chiesa è stata voluta dalla confraternita omonima. L’interno comprende un’unica navata con tre altari, uno al centro e due laterali. Al suo interno è custodita la statua in legno della Madonna Addolorata, ad opera del rinomato scultore Raphael Regio. Nel 1926 la statua è stata incoronata solennemente e il commissario prefettizio le consegnò le chiavi della cittadina. Ancora oggi, nei momenti bui e difficili viene invocato il nome dell’Addolorata. In questa chiesa si trova anche la statua di Cristo morto, che viene portata in processione il venerdì santo.

CHIESA DEI SANTI PIETRO E PAOLO

Situata sul Monte Tre Pizzi, della struttura originale oggi rimane un rudere. si conserva anche il romitorio di un monaco bizantino, che ha trascorso lì la sua vita da eremita.

MONTE TRE PIZZI

Il Monte Tre Pizzi, conosciuto anche come Monte San Pietro, è un monolite di roccia granitica dalla peculiare forma a tre dita, che si trova nel cuore del Parco Nazionale dell’Aspromonte. Alto circa 710 metri, alle sue pendici si trova il borgo di Ciminà, che ha fatto del Tre Pizzi un vero simbolo identitario. Il percorso che porta sul monte è prevalentemente costituito da macchia mediterranea, con piante di Erica, Leccio e Lentisco. Arrivati in cima si aprirà un panorama mozzafiato sulla splendida Costa dei Gelsomini, da Capo Spartivento a Punta Stilo e sulla Valle delle Grandi Pietre, Pietra Cappa (Monolite più grande d’Europa) e Montalto. All’itinerario sul Tre Pizzi si può aggiungere anche uno più complesso che comprende le Cascate delle Caccamelle.

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