Aiello Calabro

Aiello, un piccolo borgo incorniciato da numerose campagne e dal mare, ha un importante storia alle sue spalle. Anticamente chiamato Ajello, è stato oggetto di numerosi dominazioni. Dopo un gravissimo terremoto del 1905, fu ricostruito con il nome di "Aiello Calabro".

In breve

Aiello, un piccolo borgo incorniciato da numerose campagne e dal mare, ha un importante storia alle sue spalle. Anticamente chiamato Ajello, è stato oggetto di numerosi dominazioni. Dopo un gravissimo terremoto del 1905, fu ricostruito con il nome di "Aiello Calabro".

Storia

Ajello, il cui territorio è circa 39 kmq, è un piccolo paesino arroccato sulle colline dell’entroterra tirrenico cosentino. Il sito dove si estende, a 500 metri sul livello del mare, fu abitato probabilmente prima della venuta dei greci. Aiello è stato nel corso dei secoli al centro di aspre lotte di potere. Nel 1065, i Normanni, sotto la guida di Roberto il Guiscardo lo assediarono per quattro mesi, prima di ottenerne la resa. Il feudo aiellese, con gli Aragonesi, dai Sersale fu assegnato al viceré di Calabria e conte di Ajello, Francesco Siscar. Tale periodo per Aiello fu molto florido e difatti si verificò una rilevante espansione demografica, sociale ed economica che continuò con il Viceregno spagnolo in cui cresce l’agricoltura e la produzione della seta. Nel 1566 il Feudo venne acquistato per 38 mila ducati dal principe di Massa, Alberico Cybo Malaspina. Egli mantenne la proprietà sino al crollo della feudalità, lo “Stato di Aiello” passa da contea a marchesato e poi nel 1065 a ducato. A questo periodo si devono alcune delle più pregevoli testimonianze architettoniche artistiche e storiche del borgo antico. Nel decennio francese la cittadina passa nella giurisdizione del cantone di Belmonte, quindi nel governo di Rogliano, sino al 1811, anno in cui è capoluogo di Circondario. Successivamente vi furono la Restaurazione borbonica e il Brigantaggio. Grave fu il terremoto del 1905 che distrusse buona parte dell’abitato. Nel 1864 prese il nome di Aiello di Calabria che muta nel 1928 in Aiello Calabro, incorporando Cleto e Serra, i quali divengono comuni autonomi, il primo nel 1934, il secondo nel 1937.

 

Come Arrivare

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Cosa Vedere

Luoghi da visitare

PALAZZO CYBO MALASPINA

Comunemente noto come Palazzo Cybo-Malaspina, reca lo stemma dei Giannuzzi in quanto la potente famiglia trapiantatasi in Aiello nel 1400 e poi ad Amantea e Cosenza lo acquistò nel 1590, così come nel 1615 comprò il feudo di Petramala. Oggi è di proprietà della famiglia Viola, ad Aiello dal 1500, che nel 1897 lo scambiò con quello di fronte, che infatti reca il loro stemma. L'elegante facciata è in travertino, divisa da alti pilastri a bozze, con finestre modanate, balconi con balaustre, il centrale con ricca trabeazione su colonne e maschera agurante, e sedile. L'androne è di stile romano, con trabeazioni, nicchie e scala decorata in pietra. Nel 1600 pare che includesse anche una cappella privata dei Cybo, famiglia che ebbe due pontefici, otto cardinali, e decine di arcivescovi.

CASTELLO

Edificato su una struttura bizantina preesistente costruita per resistere alle scorrerie arabe della vicina Amantea che fu emirato. Durante l'occupazione francese fu roccaforte aragonese e, per questo, subì l'assedio di Carlo VIII. Nel Cinquecento il Castello di Aiello era uno dei più grandi e notevoli dell'Italia meridionale. Il suo progressivo abbandono fu determinato dai danni dei terremoti del 1638, del 1783 e del 1905. Negli anni Novanta è stata avviata la pulizia dell'area del castello e nel 2008 sono partiti i lavori di pavimentazione ed illuminazione della strada d'accesso, un suggestivo percorso scavato nella roccia tufacea. Del castello oggi restano solo alcune mura perimetrali e delle torri speronate. La zona residenziale possedeva una cappella, cisterne per la raccolta dell'acqua piovana, alcuni locali ed un grande cortile.

CHIESA DI SAN GIULIANO

La chiesa, in stile tardogotico è, del XV secolo, a croce latina. All’interno vi è l’Abside medioevale in tufo, e l’altare maggiore e altri due altari eretti in onore di S. Lucia e della Madonna delle Grazie. Vi sono ancora due cappelle: in quella di sinistra è conservato un paliotto d’altare ligneo in stile barocco; quella di destra, o della Madonna del Carmine, presenta: un’arcata decorata a grottesche, del 1500; e gli affreschi dell’Aloisio, in via di deterioramento, quali: “La Decapitazione di S. Giovanni Battista”; “La Madonna del Rosario”; e “La Sacra Famiglia”. Vi si conservano inoltre un vecchio organo del 1800 e una piletta dell’acqua del 1400.

CHIESA SANTA MARIA DELLE GRAZIE

La Chiesa di Santa Maria delle Grazie, in origine adibita a Convento dei Francescani, fu realizzata nel XVI. Essa presenta il portale d’ingresso in tufo decorato a grottesche e con coevo cancello in ferro battuto. All’interno conteneva diverse tavole del pittore locale Raffele Aloisio e l’organo ottocentesco ormai disfatto. In fondo al coro troviamo diversi altorilievi che facevano parte del “magnifico tumolo” del viceré Siscar. Nel pronao, di fianco la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, troviamo la cappella dei Cybo realizzata nel 1597; presenta un prospetto in pietra decorato ad erme e grottesche, e lo stemma Cybo a più riprese. L’interno della Cappella presenta un altare classico con colonne e cimase in marmi neri e verdi di Calabria. Al centro ha un affresco con la “Madonna in trono” anch’esso del 500. Nella Cappella vennero sistemati, nel 1667, le reliquie di San Geniale Martire patrono della cittadina.

CHIESA DEI SANTI COSMA E DAMIANO

Situata in pieno centro storico nella parte più alta del paese, la chiesa ha resistito ai tanti terremoti che hanno devastato la zona- La chiesetta presenta una linea "a capanna" ed è arricchita da un portale lapideo del 1600, opera degli scalpellini roglianesi. L'interno è a navata unica dove si conserva un affresco dell'ottocento dell'Assunzione della Vergine, probabilmente del pittore locale Raffaele Aloisio, mentre l'altare maggiore in stile Rococò ha nella cona un nicchia in cui prende posto la piccola e preziosa statua lignea del barocco napoletano raffigurante l'Immacolata, verso la quale, la Comunità locale ha un particolare legame devozionale che risale al 1623, l'anno della terribile pestilenza, in cui la Vergine veniva proclamata Patrona principale della città. La chiesa è stata restaurata nel 1951 e nel 2001.

PALAZZO VIOLA

Palazzo Viola, oggi Giannuzzi, presenta una bellissima balconata del 600 in ferro battuto, portale decorato in tufo e stemma marmoreo con festone a rilievo.

Dove Mangiare e Dormire

Agriturismo la pineta
agriturismo il bianchetto
b&b benvenuti al sud

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CASELLONE

Dal Vivaio Tardo si percorre il tratto tra i boschi che sale verso il Casellone. passando per i resti appena visibili di un altro vivaio forestale degli anni ’50, poi abbandonato, e da una sorgente di acqua ferrata di color ruggine. L’escursione continua, giunti al Casellone, lungo una stradina sterrata in mezzo ad abeti secolari, per le Serre da dove si potrà osservare monte S. Lucerna, la valle del Savuto e il mar Tirreno. Si tornerà indietro, quindi, per raggiungere nuovamente il Casellone, dove sono presenti anche alcune aree picnic e poi ritornare al punto di partenza

MONTE FAETO

Si parte da località Casellone di Monte Faeto e si percorre per circa 2 km la stradina sterrata che porta agli Altipiani. Da qui, si prosegue sino ad un punto panoramico dal quale si può osservare Monte S. Lucerna e Monte Cocuzzo. Durante il breve tragitto si incontreranno alcuni grandi alberi di conifere, presumibilmente piantumati verso la fine del 1800.

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