Canolo

Le montagne che sovrastano il borgo sono note come le “Dolomiti del Sud”, per la notevole somiglianza con le cime di Veneto, Trentino e Friuli

In breve

Canolo è un paese che ricade pienamente nel Parco Nazionale dell’Aspromonte. Conta circa 700 abitanti ed ha la particolarità di trovarsi tra due grandi gole scavate dalle fiumare Novito e Pachina. Le montagne che sovrastano il borgo sono note come le “Dolomiti del Sud”, per la notevole somiglianza con le cime di Veneto, Trentino e Friuli. Il nome Canolo pare derivi dal greco κάναλος (canale, fonte).

Storia

La fondazione del borgo si fa risalire al periodo delle incursioni saracene, che in Calabria si tradussero in scorrerie e saccheggi, a differenza della vicina Sicilia che fu occupata per un tempo molto più lungo. Quando gli arabi attaccarono Gerace nel 952, gli abitanti trovarono rifugio in zone più interne, fondando Canolo. In realtà, dai ritrovamenti in alcune grotte, pare che la zona fosse abitata già nel periodo Neolitico. Canolo, in qualità di casale di Gerace ne seguì la storia e l’evoluzione: appartenne ai Caracciolo, poi fu di Alberico da Barbiano, passò agli Aragonesi, andò in mano a Stuart d’Aubugny e poi al Gran Capitano Consalvo di Cordova, successivamente alla famiglia De Marinis e, infine, ai Grimaldi. Tra il Settecento e l’Ottocento, il patrimonio naturalistico di Canolo fu deturpato prima dal terremoto (1783) e poi da una campagna di disboscamento sfrenata che mise a repentaglio il delicato equilibrio geologico della zona (1806). Dopo l’alluvione del 1951 si prese la decisione di trasferire la popolazione sui piani della Melia, dove sorge Canolo Nuova. La natura incontaminata di Canolo e la sua ricchezza di flora e fauna sono state descritte anche dall’autore britannico Edward Lear nel suo Diario di un viaggio a piedi. Il borgo, oltre che per la presenza di una fonte d’acqua oligominerale, è anche molto noto per la produzione di un pane speciale, che in dialetto prende il nome di pani i jermanu, ossia di segale. Questo cereale, nel territorio di Canolo, ha trovato le condizioni ideali per la crescita. Il processo laborioso, sapientemente tramandato di generazione in generazione e il prodotto profumatissimo che ne risulta sono tutelati da Slow Food. Il pane, prodotto da poche persone, viene cotto in forni comunitari a disposizione dei cittadini. 

Come Arrivare

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Cosa Vedere

Luoghi da visitare

CHIESA DI S. NICOLA DI BARI

Spesso rimaneggiata e ricostruita a causa di catastrofi naturali, la chiesa di San Nicola di Bari si trova a Canolo Vecchia e ospita la statua di San Nicola, appunto, patrono del paese, che lo celebra il sei dicembre. Fu consacrata il 7 ottobre 1753. Interessante l’altare del SS. Crocefisso.

PALAZZO LA ROSA

Palazzo La Rosa è un edificio Settecentesco di ampia mole, che si trova nella parte alta del paese, in posizione decentrata. L’edificio di stile neoclassico presenta due piani, con portale centrale a modanatura interna e raggiera, balconcino retto da mensole poco sporgenti, lesene arrotondate in muratura e mostre alle finestre collegate alla cornice superiore.

SANTUARIO MADONNA DI PRESTARONA

Il santuario è figlio di un monastero preesistente, quello di San Filippo Argirò. Fino a qualche tempo fa, qui viveva un eremita. Le prime notizie documentate sul santuario risalgono al 1507 e ciò fa intuire che la costruzione sia avvenuta molto prima di tale data. Il santuario ospita la statua lignea della Madonna di Prestarona, raffigurata con in braccio il Bambino. La festa cade la prima domenica dopo Pasqua ed è molto sentita sia dalla comunità di Canolo che da quella di Gerace.

CHIESA MADONNA DELLE NEVI

La Chiesa si trova nella frazione di Canolo Nuova, in piazza XXV aprile. L’edificio, di impronta romanica, si caratterizza per le pietre a vista e per un grande rosone posto al di sopra del portone d’ingresso.

MUSEO DELLA CIVILTA' CONTADINA

Il Museo “Casina Pia” è ospitato all’interno di un casale rurale Settecentesco nei pressi della vallata di Prestarona (che in greco vuol dire dimora di colombe). In seguito a un’attenta opera di restauro conservativo, l’edificio è stato adibito a museo, che celebra la civiltà contadina, le sue usanze e le sue tradizioni. La collezione di Casina Pia racchiude cimeli che raccontano le abitudini della civiltà rurale di un tempo, scandita dal lavoro nei campi, dall’attività stagionale del frantoio, dalla vendemmia, dalla vita domestica. Il piano terra ospita un antico frantoio con macina a tre pietre, presse in ferro della fine del 1800 e una grande cantina per la conservazione dell’olio. I soffitti a volta sono stati costruiti con il sistema romano detto a “caruselli”, cilindri di terracotta vuoti all’interno.

Dove Mangiare e Dormire

Home restaurant Casina Pia (Museo Casina Pia)
Braceria Sapori Antichi d’Aspromonte
Ristorante Piccadilly

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DA CANOLO ALLE DOLOMITI DEL SUD

Lasciato Canolo, si può arrivare in auto fino al campo sportivo e da qui iniziare la camminata. Si noteranno subito le cave abbandonate. Si percorre un tratto di strada sterrata in discesa (1 km circa), fino a raggiungere i Piani di Mutolo. Da marzo ad aprile si potrà osservare la fioritura di varie specie di orchidee selvatiche (la cui raccolta è severamente vietata). Al termine della strada, si apre uno scorcio su Canolo incastonato tra le montagne. Il percorso, a questo punto, prevede una inversione di direzione in direzione del punto più alto del monte: Praca Piana. Da qui si vedono Gerace, Locri, Roccella, Agnana Calabra, Canolo, Montalto, Tre Pizzi e il Mar Ionio da Bruzzano a Roccella. Si inizia, dunque, la discesa.

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