Caraffa Del Bianco

Caraffa del Bianco è un comune di circa 500 abitanti situato su un colle aspromontano

In breve

Caraffa del Bianco è un comune di circa 500 abitanti situato su un colle aspromontano che si affaccia sulla fiumara La verde ed è circondato da alberi secolari. Il nome deriva dal fondatore Fabrizio Carafa, principe di Roccella.

Storia

Contrariamente alla maggior parte degli altri comuni limitrofi, Caraffa non è nata in seguito a fughe o incursioni, bensì dopo una lite che, intorno XVI secolo, coinvolse il Duca Tranfo di Sant’Agata e la famiglia Sotira. Il Duca, infatti, aveva intenzione di costruire un arco proprio sopra il palazzo dei Sotira, che si opposero fermamente e andarono a protestare insieme ad altre famiglie da Fabrizio Carafa, che gli concesse un terreno dove poter creare il nuovo paese, battezzato Caraffa. Subito iniziò la costruzione della chiesa, i cui lavori furono interrotti dalla caduta di un fulmine, il che venne interpretato come un cattivo presagio e l’edificio rimase incompiuto. Si decise, allora, di ricostruire la struttura nella località chiamata “Chiesa Vecchia”. Il borgo fu casale di Bianco fino al termine del sistema feudale nel 1806. Nel 1864 il nome del paese cambiò in Caraffa del Bianco, per distinguerla da Caraffa in provincia di Catanzaro. Caraffa, che con il regime fascista era stata accorpata ai comuni di Samo, Sant’Agata del Bianco e Casignana, riconquistò l’ autonomia nel 1946.

Come Arrivare

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Cosa Vedere

Luoghi da visitare

CHIESA MATRICE S. MARIA DEGLI ANGELI

La chiesa sorgeva nell’area chiamata “Pizzo”, che con il passare del tempo è diventata la parte più bassa del borgo, compresa appieno nel centro storico. L’edificio, che conserva ancora la sua struttura originale, è caratterizzato da un’imponente facciata in pietra, con quattro lesene che si uniscono in un cornicione, base del timpano triangolare. Il grande portone d’ingresso in legno è sormontato da un rosone a forma di croce greca arrotondata. I vari terremoti hanno danneggiato la struttura che nel 1942 venne chiusa al pubblico perchè pericolante. Tra il 1979 ed il 1984 la chiesa è stata restaurata dalla Soprintendenza per i Beni Ambientali, Architettonici, Artistici e Storici di Cosenza, che l’ha riconosciuta come uno dei pochi esempi di architettura romanico-bizantina della Diocesi.

CHIESA DI SAN GIUSEPPE

La struttura originaria, risalente al periodo fascista, era tutta in lamiera. La chiesa è stata ricostruita in seguito con mattoni pieni. In linea con il gusto dell’epoca, l’edificio si presenta squadrato, con un portone centrale e due finestre ai lati. All’interno vi è una sola navata con un altare e diverse statue.

SANTUARIO MADONNA DELLE GRAZIE

In origine, la Chiesa era stata costruita nel 1621 in fango e ciottoli ed era destinazione di pellegrinaggio da parte di pellegrini provenienti dai paesi limitrofi. Purtroppo, un incendio la distrusse completamente nel 1994, lasciando intatta solo la statua marmorea raffigurante la Madonna delle Grazie. Secondo la leggenda, la statua è stata trovata vicino ad una grossa pietra che aveva impresse le impronte della Madonna, di Gesù Bambino e del Diavolo. Nessuno si è mai spiegato come la statua sia arrivata fino al Santuario, dal momento che quel luogo non era collegato da nessuna strada.Oggi la chiesa è stata ristrutturata e si presenta di colore bianco, con un rosone al centro e due finestre dai vetri colorati.

PALAZZO BARLETTA

Costruito nel 1559, prese il nome del proprietario e fu anche la residenza estiva dei Carafa di Roccella. In tempi più recenti, invece, ospitò lo scrittore Corrado Alvaro, che ne parla in Ultimo diario. Il piano terra è diviso in magazzini, stalla e spicca la piccola cappella di famiglia, decorata con stucchi policromi. Al primo piano, al quale si accede attraverso una scalinata in pietra, si trovano molti grandi ambienti, tra cui la "camera verde", dove si riunivano i "Cinque Martiri di Gerace.L’esterno, invece, è tutto in pietra a vista, decorato con lesene. Molto belli anche i balconi, con ringhiere in ferro battuto e mensole decorate in puro stile barocco.

PALAZZO VERDUCI

L’edificio risale al XVII secolo ed è ben conservato ancora oggi. Rilevanti a livello artistico il portale d’ingresso con la scalinata in pietra, la loggia con le arcate ed il balcone principale con la ringhiera in ferro battuto. Il palazzo, appartenuto alla famiglia Verduci, è noto per essere stato il luogo di nascita di Rocco Verduci (uno dei cinque martiri di Gerace), nonché punto di ritrovo per il gruppo dei cinque giovani.

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